È possibile coniugare la produzione di profili plastici con la sostenibilità ambientale? In questo articolo parliamo di impatto della plastica sull’ambiente, delle possibilità esistenti per diminuirlo e delle criticità del mercato delle bioplastiche.
L’impatto della plastica: produzione e smaltimento
Dal 1950 ad oggi la produzione della plastica è cresciuta esponenzialmente ed è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi decenni.
L’impatto della plastica sull’ambiente è uno degli argomenti maggiormente discussi negli ultimi anni, mentre la riduzione dell’inquinamento dovuto a questo materiale è una delle sfide globali più importanti del presente e del futuro.
L’impatto ambientale della plastica copre l’intero ciclo di vita del materiale, dalla produzione fino allo smaltimento. Al giorno d’oggi, quasi la totalità della plastica viene generata da prodotti chimici che derivano dal petrolio, dal carbone o dal gas naturale, tutte risorse non rinnovabili: tutto ciò contribuisce all’aumento delle emissioni di CO2. Lo smaltimento della plastica rappresenta l’altro grande problema: la plastica non è un materiale biodegradabile e impiega non meno di centinaia di anni per degradarsi. Ogni anno, tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nelle discariche e negli oceani: questi rifiuti, decomponendosi, si trasformano in petro-polimeri sempre più piccoli e tossici, le cosiddette “microplastiche”, pericolosissime per la fauna e la flora e, di conseguenza, anche per l’essere umano.
Come ridurre l’impatto ambientale
La produzione dei profili plastici può essere sostenibile? È possibile ridurre l’impatto ambientale della plastica principalmente in due modi, che agiscono sulla produzione e sullo smaltimento.
Grazie all’utilizzo di macchinari all’avanguardia e tecnologicamente avanzati, è possibile ridurre le emissioni in fase di produzione dei profili plastici; inoltre, riciclando i materiali di scarto essi verranno trasformati in materie prime o in prodotti secondari, senza che i rifiuti vadano ad occupare discariche già sature.
VBN SPA, realtà presente sul mercato da oltre 60 anni, si occupa di produzione di profili e tubi in materiali plastici, fornendo una rapida soluzione e un prodotto della massima qualità. VBN si pone come obiettivo, oggi più che mai, l’ottimizzazione dei consumi energetici attraverso l’utilizzo di macchinari avanzati e la riduzione dell’impatto ambientale, grazie ad una particolare attenzione agli imballaggi e il riciclo degli scarti di produzione.
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Le difficoltà nel mercato delle bioplastiche
Negli ultimi anni, le bioplastiche stanno riscuotendo un successo mediatico eccezionale, acclamate dai media come le plastiche ‘buone’, in contrapposizione alle plastiche tradizionali, considerate ‘cattive’. Alla popolarità mediatica non pare corrispondere, tuttavia, il successo commerciale, esaminando i volumi prodotti e trasformati: essi stentano a decollare, nonostante l’incremento delle potenziali applicazioni e la crescita di normative sempre più concilianti.
L’European Bioplastics, associazione europea della filiera dei polimeri, ha tenuto a dicembre la sua conferenza annuale, per fare il punto su trend, mercato, nuove tecnologie e applicazioni. I dati forniti dall’associazione, che tengono in considerazione delle bioplastiche nel senso più ampio del termine, parlano di un’attuale capacità produttiva che si attesta sui 2,11 milioni di tonnellate annue. Secondo le stime, la capacità dovrebbe crescere a 2,43 milioni di tonnellate entro i prossimi 4 anni. Limitando l’analisi alle sole plastiche biodegradabili, la capacità produttiva odierna è di circa 1,17 milioni di tonnellate.
Per capire che le bioplastiche non possono essere ancora prese in considerazione per diventare una soluzione al problema, basti pensare che la produzione annua di materie plastiche tradizionali sfiora i 360 milioni di tonnellate e non dà segnali di diminuzione.